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Ha parlato dello studio Maero LA STAMPA Ed.
SANREMO del 24.01.2007 nell'articolo, che qui integralmente si riporta:
TESTAMENTO SOSPETTO UNA SUPER-PERIZIA
Una super-perizia per il caso di un testamento sospetto che
vede due donne accusate di circonvenzione di incapace e falso in
scritture private. E' stato il giudice per le udienze preliminari
Grazia Leopardi di Sanremo a chiamare in causa il prestigioso studio
Maero di Torino, una delle massime autorità italiane in materia di
grafologia. Già, perché l'udienza in corso, nei confronti di Laura
Bellaria, 39 anni, abitante a Camporosso, e di Francesca Cappello, 65
anni, residente a Vallecrosia, di colpi di scena fino a questo momento
ne ha visti tanti (entrambe sono assistite dall'avv. Alessandro Moroni).
A partire dal capo d'imputazione del pm Barbara Bresci secondo il quale
la vittima della circonvenzione, oggi deceduta, una ottuagenaria di
Bordighera, avrebbe redatto tre testamenti sotto le pressanti richieste
delle due donne. Scritture che una perizia dell'accusa attesta essere
state firmate e redatte in momenti diversi. Dal gup una seconda perizia
aveva visto emergere elementi a favore delle due imputate ma non avrebbe
dissipato tutti i dubbi in merito alle contestazioni. Di qui la
decisione di affidare l'esame dei testamenti allo studio Maero che avrà
tre mesi di tempo per dare la sua risposta.
L’11/03/2008 il giornalista Fabrizio Tenerelli ha
parlato della Dr.ssa Maero nella vicenda del falso testamento a Sanremo.
Si riporta l’articolo qui di seguito:
Ex badante accusata di essersi
intascata eredità 'milionaria' con falso testamento, domani udienza
Sanremo
- Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Francesco Pescetto, tramite il
falso testamento la donna avrebbe intascato un'ingente eredita'
'milionaria' (parlando ancora in vecchie lire) costituita da denaro per
un equivalente di 100.000 euro e due appartamenti.Torna
in aula, domani, con l'audizione dei testi il processo per una vicenda
legata a un presunto falso testamento olografo che vede alla sbarra,
Emanuela Viano, l'ex badante di una vecchietta di 83 anni, di Santo
Stefano al mare (Imperia), Pierina Ausenda, mancata nell'agosto del
2002. Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Francesco Pescetto, tramite il
falso testamento la donna avrebbe intascato un'ingente eredita'
'milionaria' (parlando ancora in vecchie lire) costituita da denaro per
un equivalente di 100.000 euro e due appartamenti situati a Terzorio,
nell'immediato entroterra imperiese. A citare la donna a
giudizio sono stati due pronipoti dell'anziana: l'avvocato Luigi Palumbo
e la sorella Donatella. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori,
l'ex badante, grazie a una firma falsa, avrebbe percepito anche assegni
per 10.000 euro. A supporto del castello accusatorio ci sarebbero anche
un paio di perizie: una grafologica e una psichiatrica. Quest'ultima
attesterebbe che la pensionata non era totalmente in grado di intendere
e volere. I testi chiamati a deporre sono, per il pubblico ministero: il
luogotentente Antonio Piras e il maresciallo Silvano Rovera; per la
difesa, Alice Tarabini, Anna Modesta, Donatella Maero e Carla Gallino.
Ha parlato della Dr.ssa Maero IL PICCOLO del 09.06.2012
nell'articolo, che qui integralmente si riporta:
PROCESSO PER FALSO
ALL’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA
Il perito: «La firma non è quella di Crisci»
Udienza a favore di Gianfranco Crisci, l’ex
presidente della Provincia, imputato di falso e di contraffazione di un
documento di pagamento bancario. Il perito grafologo Donatella Maero,
consulente della difesa, nella sua deposizione dinanzi al giudice, ha
escluso che quel documento sia stato redatto da Gianfranco Crisci. La
calligrafia non corrisponde alla sua come attesterebbe una sua perizia.D’altra
parte nella stessa udienza è stato fratello di Gianfranco Crisci,
Roberto, a dichiarare di aver compilato il documento e anche di aver
pagato i 60 mila euro per una operazione nella quale era coinvolto il
Pastificio isontino di cui Gianfranco Crisci era socio.La
vicenda approdata al tribunale goriziano risale a sette anni fa. Tutto
era partito da una serie di accertamenti tributari effettuati dalla
Guardia di finanza e che riguardavano un pagamento bancario nei
confronti della banca di Credito cooperativo di Manzano. Pagamento che,
secondo il capo di imputazione, non sarebbe mai avvenuto.La
difesa di Crisci, che è stata assunta dall’avvocato Paolo Lazzeri, si è
sempre battuta per dimostrare che il falso non esiste e che Gianfranco
Crisci non abbia mai firmato quel documento, un F24, come dimostrerebbe
la perizia calligrafa fatta dalla Maero e ora acquisita nel fascicolo
processuale del giudice monocratico Matteo Trotta. Inoltre che era stata
pagata la somma di 60mila euro all’istituto di credito.
Dopo le due testimonianze si è chiusa la fase dibattimentale del
processo. Il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 2 luglio quando
ci sarà la discussione con le richieste del pm e del difensore. Al
termine è prevista la sentenza. (fra.
fem.)
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